Il cavallo a dondolo

Nel corso degli anni, dei decenni, dei secoli, i giocattoli si sono evoluti fino a raggiungere livelli di straordinaria complessità e tecnologia. Ce ne sono alcuni, tuttavia, che sono rimasti pressoché immutati. Si tratta dei giocattoli in legno. Con questa rubrica andiamo alla scoperta di alcuni di essi, raccontandone la storia. Cominciamo con il cavallo a dondolo.

Il gioco del cavallo nell’antichità

Storia del cavallo a dondolo: il cavallo con le ruote

Costruire miniature dei cavalli, come giocattoli per i più piccoli, è un’attività che si perde nella notte dei tempi. Già nell’antico Egitto si producevano cavallini su ruote: erano perlopiù in terracotta ed erano diffusi anche tra greci e romani. Se attaccati a una corda potevano essere trascinati.
Esemplari simili sono stati costruiti in tutto il mondo, praticamente in ogni epoca.

Gli antichi greci avevano anche una versione “cavalcabile”, con la testa di un cavallo in legno, scolpita e intagliata, fissata a un bastone così da poter simulare una vera corsa su di un destriero. Un divertimento, questo, popolare soprattutto nel Medioevo.
Successivamente l’idea si è evoluta, assumendo una struttura più solida che permetteva di essere montata per davvero. Si trattava di un cavallo “a botte”, con un tronco circolare, quattro zampe e la testa — tutto in legno. Solitamente realizzato in modo rozzo e poco curato, era fisso e impossibile da muovere all’aperto o in casa.

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Il cavallo a dondolo

Storia del cavallo a dondolo: un esemplare in legno

I cavalli a dondolo come li conosciamo oggi, cioè con stanghe (o pattini) curvate che permettono al bambino di muoversi avanti e indietro, sono un’invenzione più recente. Non c’è una “data di nascita” precisa ma pare che i primi modelli risalgano attorno al ‘600.
Un esemplare, considerato tra i più antichi, è conservato presso il Victoria & Albert Museum di Londra ed è stato datato 1610 circa.

Secondo alcuni l’idea del moderno cavallo a dondolo andrebbe attribuita a qualche anonimo inventore o artigiano americano. Dagli Stati Uniti si sarebbe poi diffuso in Inghilterra e da lì al resto del mondo.

I primi cavalli a dondolo erano pericolosi. Realizzati in legno massiccio, quindi piuttosto pesanti, rischiavano di rovesciarsi per via del baricentro, che spesso era troppo alto.
Per ovviare a questo rischio, in epoca vittoriana fu introdotto il “cavalletto di sicurezza”, una struttura che lo sosteneva, fornita di almeno un paio di assi che poggiavano sul terreno, fissate in maniera perpendicolare al cavallo in modo tale da evitarne il ribaltamento.
Nello stesso periodo il corpo dei cavalli iniziò a essere realizzato cavo, per renderlo più leggero e più stabile. Talvolta si inseriva un compartimento segreto nel ventre, usato per conservare ninnoli, cimeli di famiglia, dolciumi e ricordi da tramandare da generazione in generazione.

Appannaggio delle famiglie più abbienti, i cavalli a dondolo dell’800 potevano essere delle vere e proprie opere d’arte, costruite con finiture preziose e decorazioni. Il corpo in legno poteva addirittura essere ricoperto di pelo.

Evoluzione nella storia

Evoluzione del cavallo a dondolo: il triciclo

Con le scoperte e le invenzioni in fatto di tecniche e materiali, anche il cavallo a dondolò si trasformò.
Un esempio sono i cavalli delle giostre, i Caroselli, nati in Europa a metà ‘800, azionati a mano e, in seguito, tramite macchine a vapore ed elettricità.

I primi cavalli-triciclo sono invece stati brevettati nel 1821 da Gourdoux e Combe, due inventori francesi. Assomigliavano ai velocipedi, con grandi ruote di ferro messe in movimento da pedali da azionare con le mani o con i piedi.

Il cavallo a dondolo oggi

Cavallo a dondolo moderno, per bambini più piccoli

Diverso, eppure sempre uguale a se stesso, oggi il cavallo a dondolo è un giocattolo diffuso in tutto il mondo e alla portata di tutte le tasche. Oltre che di legno se ne trovano anche in materiali sintetici e la forma non è più soltanto quella del puledro, del pony o del destriero.

Il modello più classico rimane sempre quello con i pattini ricurvi, ma sono diffusi anche quelli con le ruote, da “cavalcare” in casa o all’aperto.
Nei parchi pubblici i pattini sono invece sostituiti da una grande molla.

Il più grande cavallo a dondolo in legno intagliato a mano è stato costruito nel 2000, in California, da Katlinel e Lester Hartness. Alto più di 2,30 metri e pesante circa 540 chilogrammi, può essere cavalcato da più persone contemporaneamente.

Meglio in legno o in plastica?

Un cavallo a dondolo in plastica, bianco, con maniglie blu, sella rossa e supporto verde. Ci sono anche le ruote (gialle) per poter essere utilizzato una volta staccato dal supporto

In quanto a qualità ed estetica, il legno non è neanche minimamente paragonabile alla plastica. In favore di quest’ultima c’è sicuramente il prezzo: i cavalli a dondolo in plastica sono generalmente meno costosi. Per tutto il resto, il legno vince su tutta la linea:

  • è più resistente;
  • non si deforma;
  • ha molti meno rischi di spaccarsi e scheggiarsi, creando pericoli per il bambino;
  • non ha piccole parti che si staccano e che potrebbero essere ingerite;
  • si adatta meglio agli stili d’arredamento della casa.

Ce ne sono anche ricoperti in stoffa o peluche. Solitamente hanno lo scheletro in legno e, in quanto a comodità, sono certamente più confortevoli da cavalcare. Tuttavia occorre pulirli con molta cura per evitare che diventino “serbatoi” di polvere e acari.

Cavalli a dondolo e sicurezza

Bambina piccola con vestitino blu e fiocchetti ai capelli su cavallino a dondolo in legno in una stanza molto natalizia in stile baita di montagna

Rispetto ai primi, pesanti e pericolosi modelli di cui abbiamo parlato prima, oggi i cavalli a dondolo si sono evoluti su tutti i fronti, compreso quello della sicurezza.
Per il benessere dei piccoli è sempre consigliato scegliere esemplari con maniglie alle quali potersi aggrappare. Ce ne sono anche con redini e cinture di sicurezza. Le redini non dovranno essere troppo lunghe: il bambino non deve riuscire a mettersele attorno alla testa.

Alcuni, pensati per i più piccini, possono pure essere cavalcati col pannolino e prevedono inoltre uno schienale più o meno alto per evitare cadute all’indietro. A partire dai due anni circa non c’è più bisogno di protezioni e schienali alti.

Come già accennato, i cavalli a dondolo in legno non hanno solitamente parti che si staccano. Occorre però controllare sempre che ci siano le certificazioni che attestino la conformità con le leggi europee in materia di sicurezza.
Altra avvertenza: più il supporto a dondolo è incurvato e più il cavallo si inclinerà, col rischio di ribaltarsi. In caso di bambini particolarmente agitati è dunque preferibile sceglierne con curvature ridotte.

Il cavallo a dondolo come arredo

Vecchio cavallo a dondolo bianco e oro

Oltre che nella cameretta dei neonati e dei bambini, un cavallo a dondolo può anche essere un pezzo d’arredo per un salotto, lo studio o la camera padronale.
In questo caso meglio puntare sui modelli vintage, davvero antichi oppure semplicemente ispirati alle linee classiche. Questi ultimi si trovano in molti negozi di arredamento.

Nel caso di pezzi realmente d’epoca, è possibile restaurali e abbellirli, anche abbinandoli al proprio stile d’arredo. Per questo consigliamo le vernici della gamma Rio Verde di Renner Italia. Sono prodotti a base d’acqua, certificati, inodori e con scarse emissioni COV, quindi si possono tranquillamente usare su elementi che poi saranno usati dai bambini.
Si può pensare a una tinta unita oppure giocare coi colori, o ancora abbinare dettagli metallizzati e ottenere effetti come l’anticato e il decapato. La vernice Vintage Prestige è a effetto materico e disponibile in 10 diverse tonalità. La Golden Prestige, invece, ha una palette che va dall’oro giallo all’oro nero, passando per oro rosa, oro bianco e oro bruno. Entrambe si possono applicare senza carteggiare.

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