Chi ha inventato l’arco? O forse sarebbe meglio dire: chi ha scoperto l’arco? E perché è così di tendenza arredare la casa con gli archi, utilizzati sia come strutture che semplicemente come decorazioni?
Vediamo di andare con ordine.
Che cos’è un arco
L’arco è una struttura a forma curva sospesa su uno spazio vuoto, che poggia su elementi verticali portanti (come le colonne) e scarica il peso sia in orizzontale che in verticale. Questo permette all’arco di sostenersi e di sostenere.
L’elemento più conosciuto è la chiave di volta, utilizzata già dagli etruschi, che chiude l’arco nella parte più alta. Nonostante sia generalmente considerata come la parte più importante della struttura, le altre non sono da meno.
Scriveva Italo Calvino nel suo celebre romanzo Le città invisibili:
Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
– Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.
– Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: – Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che m’importa.
Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.
La storia dell’arco
Gli archi esistono da millenni. Ricondurre la loro nascita a una data precisa è pressoché impossibile, ma gli studiosi ritengono che la forma ad arco si sia evoluta, in architettura, a partire dalle strutture a volta. I primissimi esempi ci arrivano dalla Mesopotamia, dove già probabilmente si utilizzavano da tempo semplicissime strutture costituite da canne infilzate nel terreno poi piegate e legate nella parte superiore così da formare un tetto.
In natura, tuttavia, esistono esempi ben più antichi, i cosiddetti archi naturali, formatisi nel corso di migliaia di anni per via dell’erosione dovuta ad acqua, vento e precipitazioni. Potrebbero anche essere state alcune di queste meraviglie naturali ad aver ispirato i nostri antenati, che nel corso dei millenni hanno sviluppato l’arco in molteplici modi: ribassato, rialzato, a tutto sesto, a sesto acuto, gotico, in stile Tudor…
Leon Battista Alberti, architetto e umanista, tra le più importanti figure del Rinascimento pensava che «gli uomini abbiano appreso a costruir l’arco in questo modo: accortisi che due travi con le estremità superiori unite potevano essere fissate in basso, nel luogo ove le loro basi erano divaricate, in modo tale che, reciprocamente collegate ed equilibratesi con identico peso, si reggessero tra loro, la scoperta ebbe successo, e con questa tecnica si cominciarono ad impiegare negli edifici i tetti a displuvio […]. In seguito, probabilmente, avendo intenzione di coprire con quelli un maggiore spazio, sistemarono una trave intermedia nel punto più alto alla sommità dei tronchi […] e l’elemento aggiunto chiamarono concio. Anche questa invenzione ebbe fortuna, anzi i conci vennero moltiplicandosi, giungendo a costituire una sorta di arco».
Quando parliamo di arco, tuttavia, solitamente immaginiamo quello a tutto sesto e lo associamo agli antichi romani, che l’hanno perfezionato fino a farne il simbolo del loro ingegno e del loro potente impero che ha attraversato i secoli. Dagli anfiteatri (su tutti il Colosseo) ai templi e agli acquedotti, ancora oggi possiamo ammirarne la perfezione.
Dalla Roma antica l’arco a tutto sesto è arrivato nello stile neoclassico e oggi lo ritroviamo nell’architettura contemporanea, protagonista anche nel design d’interni.
Perché è di tendenza arredare la casa con gli archi?
Al di là di quelli utilizzati come elementi strutturali, nel corso degli anni le forme ad arco sono via via passate e tornate di moda come elementi decorativi per abitazioni e spazi pubblici.
Negli ultimi anni, grazie anche a una rinnovata sensibilità per tutte quelle forme più “naturali” (in natura le linee curve sono assai più diffuse di quelle rette), c’è stata una grande rivalutazione, forse pure sull’onda forse di quella “estetica Instagram” che tanto sta spingendo — nel bene e nel male — l’architettura e l’interior design verso progetti in cui la funzione viene messa in secondo piano rispetto all’impatto scenografico.
Non c’è dubbio che gli archi diano all’ambiente una certa “instagrammabilità”.
Al di là dell’effetto via social, l’arco ha molti punti di forza:
- crea contrasto con le linee rette delle stanze;
- offre, come già accennato, un colpo d’occhio più naturale;
- può rendere interessanti spazi di passaggio altrimenti anonimi, come ad esempio i corridoi;
- può aiutare a suddividere una grande stanza in diverse aree ben definite.
Come arredare la casa con gli archi
Laddove non si abbiano già a disposizione elementi strutturali ad arco, si può comunque intervenire in maniera più “leggera”, puntando sugli arredi, sui colori e su interventi in cartongesso.
L’arco può dunque diventare una nicchia in cui esporre quadri, libri, piante e oggetti. Oppure suddividere, come già detto, un grande ambiente in diverse zone, magari utilizzando dei più facilmente realizzabili semi-archi.
Anche negli elementi di arredo, si possono trovare molteplici esempi, dai lampadari a soffitto alle lampade a terra (la celebre Lampada Arco progettata nel ’62 da Pier Giacomo Castiglioni e Achille Castiglioni per Flos è stata ovviamente l’apripista). E poi sedie, specchi, poltrone, divani, cappe da cucina…
Decorare con gli archi e i colori
L’intervento meno impegnativo rimane comunque l’uso del colore. In ottica decorativa, basteranno carte da parati, pareti dipinte o séparé per dare movimento all’ambiente.
Si può intervenire direttamente sul muro oppure su elementi in legno da disporre strategicamente nella stanza, a parete o meno, giocando sui contrasti o sul tono-su-tono.
Per questo consigliamo le nostre vernici all’acqua Vintage Prestige, che si possono usare sia su legno che su metallo, vetro, muro, plastica e stoffa. I colori, dalle tonalità pastello a quelle più neutre, daranno un tocco “metafisico” — e altamente instagrammabile! — alle forme ad arco.