Uno scienziato americano ha usato il valore medio dei colori di pianeti e satelliti del sistema solare, creando una palette cromatica piuttosto sorprendente.
Siamo abituati a vedere i nostri cosmici vicini di casa nelle foto che la NASA e le altre agenzie spaziali diffondono attraverso i media. Eppure, quando abbiamo occasione di osservarli in prima persona, al telescopio, spesso rimaniamo delusi dal “pallore” degli oggetti celesti, che non è minimamente paragonabile alle aspettative che ci siamo costruiti da soli sfogliando riviste e guardando i filmati sul web.
Il fatto è che le apparecchiature dei telescopi spaziali, delle sonde e dei satelliti catturano lunghezze d’onda che l’occhio umano non è in grado di percepire.
Marte si avvicina molto di più a un marrone spento che a un rosso-arancio vivace. Il gigante gassoso Giove non è così pieno di screziature ed effetti marmorizzati come sembra. E Saturno, col suo vestito di anelli che si porta sempre dietro, è sì una meraviglia ma non quanto le immagini facciano sperare.
Da qui l’illusione di un universo variopinto — come effettivamente è, soltanto che a occhio nudo non potremmo mai rendercene davvero conto.
Anche la nostra Terra, da lontano, appare assai meno maestosa di quanto le foto satellitari suggeriscono. Nel 1990, quando venne immortalata da 6 miliardi di chilometri di distanza dalla sonda Voyager mentre stava uscendo per sempre dai confini del Sistema Solare, appariva di un azzurrino pallido. Pale blu dot, lo ribattezzò l’astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan, colui che ebbe l’intuizione di far “girare” per un’ultima volta la sonda verso casa, prima di volare via verso lo spazio infinito.
I colori reali del nostro “cortile” spaziale sono dunque più tenui ma non per questo meno interessanti. Il ricercatore americano Donald Mitchell, autore di saggi sulla conquista dello spazio, ha recentemente postato su Twitter una palette cromatica realizzata utilizzando il valore medio dei colori di pianeti e satelliti, convertito nello spazio colore sRGB.
The average color of some solar system objects. Measured spectra converted to CIE XYZ converted to sRGB. pic.twitter.com/2whxPycPM1
— Donald Mitchell (@DonaldM38768041) January 2, 2021
Il risultato è piuttosto inaspettato: la Luna è molto più marrone di come la vediamo, mentre la Terra è violacea (si tratta pur sempre di una media, e il blu degli oceani “pesa” assai).
Cosa ancor più curiosa, alcuni oggetti assomigliano decisamente alle tinte della nostra vernice Rio Verde Vintage Prestige: Nettuno a quella color anice e Venere a quella color cocco. Phobos, satellite marziano, ricorda poi molto la tonalità tartufo.
Non a caso, tra i commenti al tweet di Mitchell, c’è anche chi ha dichiarato: «Quest’estate vorrei seriamente dipingere la mia casa con un paio di questi colori degli oggetti del sistema solare».
Idea niente male, anche perché sarebbe un ottimo spunto di conversazione: «ti piace questo color anice? Mi sono ispirato a Nettuno».
Hi there, Donald. I’d seriously like to paint my house this summer with a couple of these solar system object colors. What was your source for the color swatch table you tweeted? Thanks!
— Bob Tregilus (@BobTregilus) January 3, 2021