Mi chiamo Camilla, sono una blogger non vedente
Marrone, odore di terra bagnata dalla pioggia, di caffè, di cioccolato e di caramello. Odore del cuoio, di braccialetti intrecciati e borse comprate al mercato africano al mare a Latina. Profumo di alberi, dei mobili di casa e della legna che brucia nel caminetto scoppiettante. Marrone, spore di castagne al fuoco e profumo di autunno, di rum, di whisky e di cioccolata calda. Odore di spezie e di legno, di alberi e terra. Profumo di frutta secca, di nocciole tostate e di crosta di pane appena sfornato. Un cane, un orso, un riccio, un bosco.
Come la terra fertile, il tronco e le radici. Come il martello del falegname che dà vita a fantastiche creazioni. Come la culla in cui riposavo da neonata, il cavalluccio a dondolo sul dorso del quale passavo i pomeriggi nella mia cameretta. Era marrone il cavallo, questa volta in carne e ossa, su cui cavalcava mio fratello quando faceva scuola di equitazione a Roma.
Beige, chiaro, scuro, bruciato. Sono tantissime le sfumature che può assumere questo colore, nelle sue molteplici possibilità d’utilizzo. Personalmente lo utilizzo molto in cucina. Il caffè con il suo inconfondibile odore la mattina, i minestroni vegetali che hanno il sapore dell’inverno. La frutta secca che utilizzo per condire le insalate, ma anche la cioccolata, i budini e le creme di nocciola.
Marrone in cucina e al lavoro, come le cartelle e i faldoni di mio padre.
Marrone come un viaggio, con la mia valigia beige e i miei stivaletti scuri.
Marrone come il mio pianoforte, come la matita che fa risaltare i miei occhi.