Fango
Quello che comunemente chiamiamo fango è un miscuglio in dosi variabili di argilla e acqua. Il termine deriva dal dal gotico fani, cioè “melma, palude”.
Non è un colore preciso ma piuttosto una gamma di marroni vagamente aranciati. Questa si è imposta, negli ultimi 10 anni, prima nel mondo della moda e poi in quello della decorazione di interni.
Piccola curiosità: nel Medioevo era credenza comune che le malattie penetrassero nel corpo attraverso i pori, e dunque si faceva di tutto per tenerli chiusi. Soprattutto tra i nobili, non mancava chi aveva l’abitudine a ricoprire la pelle di fango e di terra (ovviamente è una pessima idea).
Fenicottero
Il color fenicottero — meglio conosciuto come flamingo pink — è un rosa acceso che deve il suo nome all’omonimo volatile e alla sua caratteristica livrea.
Perché i fenicotteri sono rosa? In realtà alla nascita sono bianchi, e vanno poi a colorarsi nel corso della loro vita per via della dieta a base di crostacei e molluschi, che contengono carotenoidi. L’intensità della tinta è indice di salute: quanto più un fenicottero è rosa, tanto più è desiderabile come partner.
Fiordaliso
La Centaurea cyanus, meglio conosciuta come fiordaliso, è una pianta un tempo molto comune in Italia, specialmente sui rilievi montuosi. Oggi è molto meno diffusa.
I suoi fiori hanno spesso una tipica tinta azzurro-violetta (ma ve ne sono anche di bianchi, rosa e gialli), piuttosto rara sia nel mondo vegetale che in quello animale.
Il color fiordaliso è una tonalità medio-leggera di blu contenente relativamente poco verde. Era anche uno dei colori preferiti da Vermeer.
Fiore di cotone
La pianta di cotone (nome scientifico Gossypium) produce dei frutti lanuginosi. Si tratta della cosiddetta bambagia, che impropriamente viene chiamata fiore di cotone. La sua fibra è quella da cui poi si produce il tessuto.
Il colore dei “fiori” è generalmente di un bianco giallino, una tinta neutra molto apprezzata nell’arredamento di interni, così come sono apprezzati i rametti della pianta, messi in vaso e usati come decorazione.
Fiore di sakura
Tra le tante specie di albero di ciliegio, ce n’è una particolarmente conosciuta in Giappone. È il sakura (nome scientifico Prunus serrulata), una varietà ornamentale che solitamente non produce frutti. Per via dei suoi fiori delicati, e della fioritura spettacolare ma di breve durata, i nipponici ne hanno fatto il simbolo della bellezza fragile dell’esistenza, ma anche della rinascita.
Il color fiore di sakura è un rosa molto pallido.
Foglia di tè
Il foglia di tè è un blu medio-scuro tendente al verde. A dispetto del nome, col tè non c’entra nulla. In italiano è stato tradotto così l’inglese teal, che invece deriva dalla livrea di un’anatra, la Eurasian teal (nome scientifico Anas crecca).
Conosciuta fin dai primi del ‘900, questa tinta ha avuto molto successo su internet, essendo stata tra i primi 16 colori originali HTML per il web.
Frappè
Tra le tonalità più di tendenza degli ultimi anni, il rosa Frappè si ispira ovviamente all’omonima bevanda e fa parte della palette cromatica di Vintage Prestige, la vernice a effetto materico prodotta da Rio Verde.
Fucsia
Il fucsia è un rosa molto acceso. Un magenta elettrico che assomiglia al colore dei fiori della Fuchsia, una pianta ornamentale originaria del continente americano.
Associato prevalentemente al mondo della moda, il fucsia esiste in molte varianti.
Fulvo (o falbo)
Dal latino fulgere, cioè “brillare”, il fulvo è un biondo che tende al rosso. Il termine viene impiegato soprattutto per indicare il colore dei capelli e della barba, oltre che delle livree e delle pellicce degli animali (tra cui il leone, la cui criniera è appunto fulva, o la volpe).
Dal fulvo viene anche il nome proprio Fulvio o Fulvia.
Un sinonimo di fulvo è falbo, che si usa prevalentemente per il manto giallo scuro dei cavalli.
Fumo di Londra
Molto usato nell’arredamento e nell’abbigliamento (l’abito maschile di questa tonalità è un grande classico), il fumo di Londra è un grigio scuro che prende il nome da uno degli eventi più drammatici, a livello ambientale, avvenuti in Europa nel XX secolo.
Era il 5 dicembre del 1952, una giornata particolarmente fredda, e nelle case londinesi le stufe a carbone vennero fatte funzionare più che mai. Il fumo prodotto dalle stufe e dalle caldaie, unito a quello già molto presente delle ciminiere delle fabbriche, causò un fenomeno estremo. L’aria iniziò a oscurarsi e in pochi giorni la visibilità arrivò quasi a zero, bloccando in tal modo i raggi solari (dunque più freddo, e ancora più caldaie accese).
Per circa una settimana la città si bloccò quasi del tutto. Scuole chiuse, autobus e metropolitane ferme, gente barricata in casa. L’aria irrespirabile e velenosa, con un’altissima concentrazione di anidride solforosa provocò oltre 10.000 morti.
Il dramma ebbe tuttavia un risvolto positivo. Il governo emanò infatti una legge — il Clean air act — che regolamentava l’immissione di gas tossici nell’aria e proibiva l’uso di carbone per i camini domestici. Pian piano anche la famosa nebbia londinese sparì, ma rimane ancora uno degli stereotipi più duri a morire legati alla capitale britannica.
Non solo colori con la F
Nella gamma Vintage Prestige di Rio Verde abbiamo i colori più di tendenza — a prescindere dalla lettera con cui iniziano. Sono vernici a effetto materico e a base acquosa, prive di sostanze dannose per l’ambiente e per le persone. Si possano usare (anche senza carteggiare) su diversi materiali: legno, metallo, vetro, plastica, tessuto e muro.