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La casa cottagecore
Chi frequenta assiduamente Instagram e segue soprattutto i profili più attenti alle tendenze in fatto di abbigliamento e stile di vita, avrà notato, negli ultimi due anni, un’impennata di scatti che sembrano usciti da altre epoche. Grandi prati fioriti, casette di campagna addobbate come in una fiaba bucolica. E poi ricami, cesti di vimini, e atmosfere che ricordano telefilm come La casa nella prateria, cartoni animati come Winnie the Pooh o libri come Piccole donne. Da lì sembrano uscire anche gli abiti: le larghe vesti, i grembiuli, le fantasie floreali. Tutto questo ha un’etichetta ben precisa: cottagecore, nome che deriva da cottage, la villetta di campagna.
La cucina
Come in ogni abitazione, e se possibile ancora di più rispetto alle altre case, il nucleo centrale è sicuramente la cucina, che sarà esattamente il contrario del tanto diffuso stile minimal. Quindi piatti e pentole a vista, grandi tavoli pieni di barattoli, ciotole, brocche, marmellate, miele e ingredienti un po’ dappertutto.
Gli arredi saranno tradizionali o restaurati.
La sala da pranzo
Per la sala da pranzo: centrotavola fatti all’uncinetto, vasi pieni di fiori appena raccolti, toni pastello e colori neutri. E inoltre sedute robuste e un grande tavolo — il re della stanza — possibilmente non troppo rifinito e dall’aria vissuta.
Il salotto
Per il salotto, ecco sedute in rattan e vimini ma anche vecchie poltrone e divani, con coperte di lana o di maglia sempre a portata di mano. Se carta da parati dev’essere, si potrà scegliere tra prodotti a tema naturalistico o lasciarsi ispirare da quelle tipiche delle vecchie case di campagna inglesi.
La camera da letto
In camera da letto largo a cuscini, copriletti come quelli della nonna, lenzuola bianche o in fantasie semplici, luci soffuse e tanto legno.
Il bagno
In bagno, infine, vecchi specchi con cornici intarsiate. Per sanitari e lavabo c’è l’imbarazzo della scelta, tra quelli davvero d’epoca e i molti modelli contemporanei che si ispirano ai pezzi vintage.
Breve storia del cottagecore
Sebbene la categorizzazione in vero e proprio stile dell’epoca social sia molto recente — più o meno dal 2018 — l’aspirazione a un idilliaco ritorno alla natura e a una vita semplice esiste fin dalla notte dei tempi. Già la poesia greca e quella romana cantavano le lodi del mondo agricolo e pastorale (ricordiamo tutti, dagli anni di scuola, le Bucoliche e le Georgiche di Virgilio).
Attraversando le epoche, dunque, il medesimo spirito si è reincarnato in forma di tendenza estetica nell’era del web. I primi segnali si sono visti attorno al 2010, grazie alla piattaforma di microblogging Tumblr. Ma a sdoganare e cristallizzare definitivamente il termine cottagecore e i suoi segni distintivi è stata poi la combinazione tra la pandemia e piattaforme come Instagram, Pinterest e TikTok.
Durante il primo lockdown, con il mondo bloccato, alcuni hanno riscoperto ritmi di vita più lenti e il fascino di fare le cose a mano. Panificare, ricamare, restaurare i mobili, cucire da sé gli abiti sono diventati tra gli hobby più gettonati. Chi viveva già in campagna, o chi scappava dalla città verso le seconde case o le abitazioni dei nonni, postava foto e video che trasudavano calma, bellezza e natura. Chi era obbligato a restare in città, invece, con poco spazio in casa e niente da fare fuori, iniziava a chiedersi se non valesse forse la pena di cambiare abitudini e sposare una vita all’aria aperta.
Quali sono le caratteristiche del cottagecore
Gli elementi principali di questo stile si possono riassumere in due concetti: nostalgia e campagna.
Cibi genuini e rustici, tessuti grezzi e decorati a mano, cappelli di paglia. Oggetti in ceramica e in latta smaltata, vecchi mobili, pentolame in rame, decorazioni romantiche e bucoliche. E poi fiori selvatici, animali domestici, grandi spazi aperti, profumo di panni stesi al sole o di pane appena sfornato.
Molti degli spunti arrivano a loro volta da stili già esistenti. Piccole nicchie che — forse più sui social che nel “mondo reale” — si chiamano con nomi bizzarri ed evocativi: grandmacore (da “grandmother”, nonna), farmcore (da “farm”, fattoria), e i fiabeschi e magici goblincore e fairycore (rispettivamente da “goblin” e “fairy”, fata).
Fai-da-te e giardinaggio
L’autosufficienza, il giusto tempo per fare le cose, il basso impatto ambientale e il risparmio economico sono alcuni dei principi alla base del cottagecore.
Se qualcosa si può fare in casa, allora perché andarlo a prendere altrove? Questo vale sia per gli abiti che per il cibo e l’arredamento.
Abitare in campagna non è strettamente necessario: anche un piccolo giardino o un orto sul terrazzo o sul tetto permettono di avvicinarsi a questo mondo. Ad esempio basta coltivare diverse varietà di piante — erbe aromatiche, fiori — per attirare insetti differenti, api comprese, e in tal modo favorire la biodiversità.
Per quanto riguarda i mobili, sono ovviamente preferibili quelli d’epoca o comunque di seconda mano, in legno, da restaurare piano piano. Qui vengono in aiuto i prodotti della linea Rio Verde di Renner Italia, I più adeguati per questo stile sono le vernici materiche all’acqua Vintage Prestige, in tutte le tonalità disponibili. Si possono usare anche senza carteggiare, sia per l’interno che per l’esterno, e inoltre sono inodori, certificate e con scarse emissioni COV.
E poi ci sono le Floor Prestige, anche queste all’acqua, facili da applicare e specifiche per le piastrelle.
Infine, per l’esterno — quindi tavoli, panche, ma anche infissi — ci sono le finiture trasparenti, che fanno respirare il legno ma lo proteggono a lungo dal sole e dalle intemperie.
Gli aspetti critici dello stile cottagecore
Come scrive Vittoria Zerbini su Grazia, «Il #cottagecore è un mondo che esiste solo al tramonto, immerso nella luce oro e rosa del cielo, dove non fa mai freddo e si vive in armonia con la natura, anche se non si lavora nei campi. Si indossano vestiti leggeri a stampe floreali e si cammina scalzi».
Questa tendenza idealizza in effetti un modello di vita lontano nel tempo. Ne elimina, però, tutti i lati oscuri, faticosi e conflittuali per salvare praticamente soltanto l’estetica e un ritmo di vita lento, dunque perlopiù incompatibile con la contemporaneità.
Alcune critiche, inoltre, si sono soffermate sul fatto che enfatizzare una tradizione rurale estrapolandola dall’effettivo contesto, potrebbe portare a una banale semplificazione delle storia, dato che il “mondo idilliaco” sognato dagli amanti del cottagecore era in realtà pieno di ombre, quali razzismo, sessismo e colonialismo.