Lucy Fenech è la mente creativa dietro il progetto ORAdesign, nato nel 2011 dall’incontro tra formazione scientifica, amore per l’ambiente e una profonda passione per il design.
Dopo un dottorato in chimica e anni di esperienza nella cooperazione internazionale, nell’organizzazione di eventi e nella formazione sui temi della sostenibilità e della pace, Lucy ha scelto di seguire un’altra strada: trasformare oggetti destinati allo scarto in arredi e complementi d’arredo originali.
Mentre attorno a lei tutti la sconsigliavano di lanciarsi in questo nuovo progetto, è in una canzone di Jovanotti, Ora (da qui il nome ORAdesign), che Lucy ha trovato la spinta necessaria. Come suggerisce il cantautore: «non c’è scommessa più persa di quella che non giocherò, né montagna più alta di quella che non scalerò, ORA».
Oggi il cuore del suo lavoro è l’upcycling, unito a un’estetica che valorizza la memoria delle cose. Ogni pezzo racconta una nuova storia, fatta di materia recuperata da privati e aziende, di mani che trasformano e di idee che generano valore.
Negli anni ha collaborato con numerose aziende, tra cui Acqua S. Bernardo, per cui da oltre 11 anni realizza regali aziendali natalizi trasformando le iconiche bottiglie in vetro a fine ciclo in oggetti dal forte impatto comunicativo. Le sue creazioni sono state esposte in fiere come il Macef di Milano e pubblicate su testate di rilievo come AD, Casa Facile, Donna Moderna e Millionaire.
Ultimamente ha iniziato a sperimentare anche nel restauro, in particolare portoni antichi e portoncini in legno.
Messina e provincia.
Lucy è una designer con una forte sensibilità materica e una spiccata capacità di visione: il suo principale punto di forza è la creatività applicata al riuso, ovvero la capacità di guardare oltre l’oggetto così com’è — oltre lo “scarto” — per immaginarne una nuova funzione, una nuova vita, una nuova storia.
Nel tempo ha imparato a lavorare con i materiali più disparati – plastica, vetro, gomma, metallo – ma il suo preferito resta il legno, grazie alla sua duttilità.
I suoi interventi si concentrano sul recupero di arredi e ambienti attraverso il colore pieno e l’inserimento di oggetti riutilizzati in modi non convenzionali.
Crede fermamente che basti anche un solo angolo ben studiato per dare anima a un’intera casa.
Ama le linee essenziali, pulite e armoniose.
I suoi stili di riferimento sono lo scandinavo, il classico contemporaneo, il boho chic e il caldo e poetico cottagecore.
Per gli arredi predilige tonalità neutre e raffinate: bianco, beige, marzapane e grigio.
Nella vita quotidiana, invece, si circonda volentieri di rosso e verde, colori vitali che ama anche indossare.
Lucy utilizza con entusiasmo tutta la gamma Rio Verde, ma ha un’affinità particolare con la linea Vintage Prestige, che considera estremamente versatile. L’ha sperimentata con successo su materiali come vetro, plastica, legno, stoffa e metallo.
Negli ultimi anni ha iniziato a lavorare sempre più spesso anche con Hybrid Resolve e Floor Prestige, apprezzandone la qualità, la resistenza e la compatibilità con i suoi progetti di upcycling e restyling.
«Il committente desiderava rinnovare il bagno senza smantellarlo e ho proposto di rinnovare con una sorta di color drenching, usando la nuance Papiro della linea Floor Prestige.
Prima di applicare la vernice, ho pulito le mattonelle e le ho leggermente graffiate con una carta abrasiva, per poi sgrassarle con l’acetone.
Ho applicato due mani di Floor Prestige unito al Promotore di Adesione. Quest’intervento ha completamente cambiato il look del bagno.
Per un effetto più pulito, è stato importante coprire bene tutte le fughe.
La finestra del bagno, insieme a dei vecchi pomelli e al tubo della doccia li ho rinnovati con il colore Seta della linea Evolution.
Infine ho caratterizzato ulteriormente l’ambiente con degli stencil e la Vintage Prestige».
«Mi è stato affidato il restauro di un portone centenario, in un palazzetto storico. Il portone non riceveva manutenzione da oltre quarant’anni.
È stato un lavoro impegnativo, sia per la responsabilità storica, sia per le condizioni del luogo: ho lavorato in strada, con levigatrice e pennelli sotto gli occhi curiosi del quartiere, che mi ha visto lavorare per giorni, con un certo stupore nel vedere una donna con levigatrice e pennelli in mano!
La difficoltà più grande ha riguardato la preparazione accurata del portone prima dell’intervento di restauro vero e proprio.
Inizialmente ho trattato con l’Elimina Grigio le parti più ingrigite, per poi carteggiare e pulire a fondo il tutto, prima di applicare un protettivo ad alte prestazioni come Hybrid Resolve, nel color Noce».
La vernice
giusta?
Il colore
preferito?
Ci vediamo
in negozio
Come
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Il miglior
prodotto?
L'esperto
risponde
