I COLORI DI CAMILLA. L’EBBREZZA DEL GRIGIO

Mi chiamo Camilla, sono una blogger non vedente.

È il colore dei pomeriggi di noia, del cielo gonfio di pioggia, delle nuvole del Nord. Indefinito, elegante, sobrio e sfavillante allo stesso tempo. Sportivo se spento, elegante se lucido, simile all’argento ma ben riconoscibile. Grigio come i topi, come i lupi, quelli belli, quelli rari. Grigio come i cappotti delle signore, come la cenere dei caminetti accesi, come i sassi al mare. Come i capelli di chi ha sempre più primavere sulle spalle.

Grigio come i sassi del mare

Ho avuto molti vestiti e soprattutto molti cappotti grigi. Il primo che ho comprato era un piumino, anti freddo e anti neve. Morbidissimo ed enorme. Mi regalava una bellissima sensazione di caldo e protezione. Poi cresciuta un po’, ho acquistato un cappottino di lana grigia. Lungo al ginocchio, con la parte finale leggermente a ruota. Inserti di lana grigia a forma di fiore e grossi bottoni di un grigio più scuro. Ho due sciarpe preferite: una rossa e una grigia. Quella grigia è un regalo di compleanno: grande e avvolgente, per me è “la sciarpa coperta”. Spessa come le coperte delle nonne, con le frange intrecciate.

Grigio come il cielo gonfio di pioggia

La prima macchina dei miei genitori era grigia. Era la macchina per andare all’asilo, al parco, a trovare la nonna o la zia, ma soprattutto era la macchina dei viaggi. La prima gita seduta sui sedili di cui ho memoria era verso la Toscana. Non ricordo come si chiamasse esattamente il paese, ma era vicina a Collodi, il paese di Pinocchio. Lì c’era in ritiro la nazionale di calcio. Con quella macchina siamo anche andati in Francia, in Calabria e in Puglia. La adoravo, perché aveva un’autoradio tutta particolare. Non serviva cambiare cd ogni volta: inserivi 6 o 7 dischi per volta, quando ne finiva uno in automatico cominciava il successivo.
Con il passare del tempo, le macchine di famiglia sono cambiate, ma erano quasi sempre grigie: ci hanno scarrozzato in giro per l’Italia e l’Europa.

Anche il primo motorino su cui sono salita era grigio. Ero già abbastanza grande, ma emozionatissima. In sella, io e una e mia amica: da appassionate di Cesare Cremonini abbiamo dato gas alla nostra Vespa e, con le note di 50 special nelle orecchie, siamo “andate in giro per i colli bolognesi”.
Il grigio, il colore dei miei viaggi.

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