Mi chiamo Camilla, sono una blogger non vedente.
Dirompente, pieno, rivoluzionario, così si presenta il rosso nella mia personalissima descrizione dei colori. Il colore del fuoco, del tramonto che annuncia il sole del giorno dopo. Amato da molti registi, scrittori e cantautori. Senza dubbio, l’immagine più forte che ho del rosso è quella ideata da Steven Spielberg nel suo Schindler’s List. Una pellicola quasi tutta in bianco e nero, fatta eccezione per il cappottino rosso indossato da una bambina. Lo si vede prima durante i rastrellamenti dei tedeschi e poi durante la riesumazione dei corpi. Un colpo al cuore, una scelta straziante. Rosso come Cappuccetto Rosso, come i Mille papaveri rossi di Fabrizio De Andrè. Rosso sangue, rosso rivoluzione, rosso come la bandiera rossa. Rosso come Rosso Malpelo, la straordinaria novella di Verga del 1871.
Il rosso e il giallo, insieme, fanno l’arancione, fanno i colori della mia squadra, fanno i colori del sole. È rosso il basco che ho comprato al mercatino delle pulci a Parigi, durante il primo viaggio che ho fatto con mia sorella Benedetta. Anche la mia prima volta a Bologna è stata in rosso. Ricordo di essere andata per visitare la città, doveva essere il periodo tra fine gennaio e inizio febbraio. Faceva molto freddo, mi fermai in un negozietto vintage e acquistai un maglione rosso. Uno di quelli di lana a trama larga, uno di quei maglioni fatti dalle nonne. Per molto tempo mi sono chiesta chissà quale nonnina avesse fatto quel maglione, e chi sa chi e perché se ne fosse voluto liberare. È rosso il mio rossetto preferito, il Natale e la sua magia. Le palline dell’albero, la carta dei regali, la porporina che uso per decorare i biglietti.
La mia prima Dattilobraille, la macchina da scrivere utilizzata dai non vedenti, era rossa. La cartella della scuola era rossa, anche la tavoletta con il punteruolo che utilizzavo per scrivere in braille era rossa.
Ora è rossa la mia borsa preferita, una sacca di paglia con i manici di cuoio, sempre al mio braccio quando vado al mare. In generale, ho molti accessori rossi. Quello a cui sono più legata è senz’altro un’enorme sciarpa di lana, comprata perché innamorata della canzone di Claudio Lolli “Zero e dintorni”, che narra di una ragazza vestita con una sciarpa rossa: “Quella volta che sei arrivata fino davanti la mia porta con la tua sciarpa rossa in mano e i cioccolatini trai denti”.
Tutto questo è il rosso per me, una ragazza che come la bambina di Schindler deve vivere in bianco e nero ma che non rinuncia al suo rosso.