Il mondo è ricco di villaggi, quartieri, centri storici o intere città in cui gli edifici presentano tinte che sembrano uscite dal pennello di un artista. Vi porteremo in viaggio tra le più interessanti. Stavolta facciamo tappa a Città del Capo, la capitale del Sudafrica. Più precisamente nel quartiere Bo-Kaap, celebre in tutto il mondo per i suoi coloratissimi edifici.
Il quartiere Bo-Kaap a Città del Capo
Se con “storia” intendiamo ciò che ci è stato tramandato tramite testimonianze scritte, allora quella di Città del Capo è iniziata relativamente da poco. Fino al ‘400, infatti, non ci sono fonti documentate che parlano di ciò che succedeva in quella regione. Poi sono arrivati gli europei, con l’esploratore portoghese Bartolomeo Diaz a raggiungere quello che battezzò come Cabo das Tormentas, oggi Capo di Buona Speranza.
Per secoli rotta principale per raggiungere via mare le Indie, il capo vide un primissimo insediamento urbano sono nel ‘600. Furono gli olandesi a costruire un forte, attorno al quale, molto lentamente, si sviluppò Città del Capo, che oggi ospita quasi 4 milioni di abitanti.
Gli olandesi costruirono anche Bo-Kaap — che nella lingua afrikaans significa letteralmente “sopra il Capo”, essendo nell’area alle pendici di una collina, attualmente denominata Signal Hill.
Laddove furono edificate le primissime abitazioni, oggi sorge il Bo-Kaap Museum.
Un tempo era conosciuto come “quartiere malese”
Il colonialismo europeo — come ben sappiamo — si basava sullo sfruttamento e la schiavitù, ma nel caso di Bo-Kaap gli aborigeni del luogo opposero una strenua resistenza. Così gli olandesi importarono schiavi soprattutto dalla Malaysia e dall’Indonesia, tanto che per secoli l’area era nota principalmente col nome di “quartiere malese”.
Vista l’altissima presenza di fedeli musulmani tra gli schiavi, Bo-Kaap diventò anche il luogo con la più alta concentrazione di moschee di tutta la zona. La più antica di esse — la prima di tutto il Sudafrica — risale addirittura al 1794 ed è la moschea di Auwal.
Alle tradizionali architetture in stile coloniale olandese, nell’800, con la dominazione britannica, si affiancarono case in stile georgiano. Propria questa commistione di influenze rende oggi Bo-Kaap uno dei luoghi più interessanti della città dal punto di vista architettonico. Un altro motivo è sicuramente il colore: il quartiere, infatti, sembra una variopinta tavolozza di tinte brillanti.
L’origine degli edifici colorati di Bo-Kaap
Oggi Bo-Kaap è uno dei quartieri più colorati del mondo. Tuttavia l’origine dell’usanza di colorare le abitazioni non è certa. Molti la fanno risalire a quando, nel 1834, l’impero britannico abolì la schiavitù. Gli ex-schiavi del luogo e quelli venuti da fuori avrebbero dunque iniziarono a dipingere le case — che in origine erano bianche — come simbolo della propria libertà. Secondo altri sarebbe in realtà un’abitudine nata solo nel ‘900, durante e dopo il lungo periodo dell’apartheid, la tristemente nota politica di segregazione razziale.
Attualmente Bo-Kaap ospita circa 6000 abitanti, con una presenza musulmana ancora preponderante.
Alcuni edifici della zona sono stati dichiarati “patrimonio nazionale” e il quartiere è diventato uno dei luoghi di Città del Capo più visitati dai turisti. Questo ha accelerato la speculazione edilizia, e negli ultimi anni Bo-Kaap è interessato dal fenomeno della cosiddetta gentrificazione, con la popolazione originaria costretta a lasciare le proprie abitazioni per via dell’aumento dei prezzi, e l’arrivo di nuove classi sociali più ricche.
La palette cromatica di Bo-Kaap
In passato abbiamo già provato a immaginare le palette cromatiche di altre “città a colori” — Colmar in Francia, la “rainbow row” di Charleston, il quartiere Balat di Istanbul, Chefchaouen in Marocco e il Caminito di Buenos Aires.
Ora ecco quella di Bo-Kaap: un mix di tinte intense e tonalità pastello. Alcune di queste ultime ricordano molto quelle della nostra linea di vernici per effetti materici Vintage Prestige di Rio Verde, come ad esempio il rosa Frappè.
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