Tavolino da caffè

Il tavolino da caffè: uno dei protagonisti del salotto, all’interno e all’esterno

Servire un caffè o un aperitivo agli ospiti. Disporre vasi, piante e oggetti di design. Tenere in bella mostra libri e riviste. Appoggiare i piedi. Avere a portata di mano pop-corn, patatine e salatini per la dose serale di binge watching. C’è un elemento d’arredo che svolge tutte queste funzioni: è il tavolino da caffè. Insieme al sofà è il centro focale di ogni salotto e riunisce in sé sia usi pratici che puramente decorativi.
Vediamo qualche consiglio per sceglierlo, disporlo, “arredarlo” ed eventualmente anche crearlo.

La storia del tavolino da caffè

Tavolino da caffè in coppia

Chiamato anche tavolino da salotto, il tavolino da caffè esiste fin da quando esistono i tavoli. La sua funzione specifica di arredo da salotto, tipicamente disposto nei pressi del divano, è tuttavia molto più recente. Ci sono diverse versioni relative alla nascita: nessuna di esse è assolutamente certa, ma sembra comunque che il cosiddetto coffee table abbia iniziato a diffondersi a fine ‘800, nell’Inghilterra vittoriana. Si trattava di una versione più alta di quella attuale, probabilmente ispirata allo stile delle case giapponesi o a quelli delle corti ottomane.

La diffusione in tutto il mondo occidentale è però avvenuta parallelamente a quella della tv. Oggi l’asse divano-tavolino-schermo è il più comune nelle nostre case. Essendo basso, il tavolino da caffè permette di essere utilizzato senza intralciare la visione del televisore.

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Forme, materiali e disposizione del tavolino da caffè

Forme e materiali del tavolino da caffè

Il tavolino da caffè moderno esiste in tutte le fogge, stili e dimensioni. Ce ne sono in metallo e in legno, con pianali in vetro o in marmo, a uno o più piani, con le rotelle, coi cassetti, con appositi scomparti — ad esempio per le riviste.
Se ne possono usare uno grande oppure due, tre, quattro piccoli e abbinati tra loro.
Ci sono pure tavolini da caffè che tecnicamente non lo sono — scatole, sgabelli, sedie — ma ne svolgono ugualmente la funzione.

Come già detto, le possibilità sono potenzialmente infinite. In ottica di recupero e di risparmio, si può pensare di restaurarne uno vintage, magari puntando su nuovi e più moderni abbinamenti cromatici. O crearne a partire da elementi low cost o di scarto, come un pallet o delle cassette di legno per frutta.
In entrambi i casi, consigliamo di utilizzare i prodotti della gamma Rio Verde, scegliendo tra i tanti colori della vernice a base acquosa Vintage Prestige e quelli metallizzati della vernice Golden Prestige, anche questa all’acqua, inodore, con scarse emissioni COV e applicabile senza dover carteggiare.

Come “arredare” un tavolino da caffè

Arredare un tavolino da caffè

La superficie va considerata come una sorta di “vetrina di rappresentanza”. Dunque da allestire con pezzi significativi:

  • libri: esiste proprio una categoria di pubblicazioni che va sotto il nome di coffee table books. Ne fanno parte quei volumi, solitamente d’arte, molto curati a livello estetico, di grandi dimensioni e pieni di immagini. I libri, però, sono belli sempre e comunque, quindi vanno bene anche i romanzi o i saggi in fase di lettura;
  • riviste: una buona collezione di magazine, soprattutto se relativi a design e cultura, fa sempre la sua figura. Quando ci sono ospiti, meglio evitare di tenere esposta la guida tv o il giornale di gossip;
  • piante: il verde porta vita ovunque. Non esagerare con le dimensioni: meglio due o tre vasetti di diverso tipo che un’unica, grande composizione vegetale che richiama a sé tutta l’attenzione;
  • sculture e oggetti: qualche piccolo pezzo di design, souvenir di viaggio, grosse candele d’arredo;
  • vassoio: semplice o barocco, aiuta a tenere visivamente in ordine il piano del tavolino da caffè. Dentro ci può stare tutto ciò che abbiamo elencato finora.

Un interrogativo che inevitabilmente si presenta è: quanto riempirlo? In questo caso non c’è una risposta valida per tutti. Dipende dalla propria indole e dallo stile del resto dell’ambiente. In un salotto minimalista, tale dovrà essere anche la disposizione degli elementi sul tavolino da caffè.
Uno con una superficie in vetro, essendo più “leggero” alla vista, permette di disporre più cose senza appesantire troppo il colpo d’occhio.

Il consiglio, infine, è di provare e provare, ma soprattutto di considerarlo uno spazio dinamico, in continuo cambiamento, in base a stato d’animo, stagione, occasione.

Il tavolino da caffè in giardino

Tavolino da caffè per esterno

Dato che i salotti da esterno sono ormai una realtà universalmente apprezzata, più che una tendenza passeggera, occorre dare importanza anche al tavolino da caffè da giardino o da terrazza.
Anche in questo caso ce ne sono di tutti gli stili e i materiali (ovviamente si preferisce quelli resistenti al sole e alle intemperie).
Come per quelli da interno, l’estetica dovrà rispecchiare quella del resto degli arredi.

Qui l’uso di elementi di recupero ha ancora più senso: largo dunque a pallet e cassette ma ci si può sbizzarrire pure con qualcosa di più eccentrico come vecchie porte e persiane o addirittura sezioni di tronchi d’albero.

Per gli oggetti da disporre, sicuramente è meglio sceglierne che non si rovinino con la pioggia, oppure allestire il tavolino nel momento in cui si intende usarlo.

Tavolino da caffè da giardino

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