Per almeno un paio di decenni quasi scomparso dalle tavolozze degli interior designer, negli ultimissimi anni l’arancione sta vivendo un grande ritorno, consacrato anche da una evidente e massiccia presenza durante l’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano. Come ha sentenziato in queste settimane la rivista AD: “Orange is the new black”.
Un colore “nuovo”
Situato tra il rosso e il giallo nello spettro visibile, l’arancione è un colore caldo. È anche relativamente “nuovo”, dato che fino a circa l’anno Mille, in Europa, rientrava nel gruppo dei rossi. Tutto è cambiato con l’introduzione, attraverso i paesi arabi, della pianta dell’arancio, dalla quale il colore prende il nome. In arabo e in persiano, infatti, arancio si dice narang (a sua volta deriva dal sanscrito narangas).
Pur “senza nome” per secoli, e con uno status spesso ambiguo — i confini con il giallo e con il rosso non sono sempre netti —, l’arancione viene utilizzato dall’uomo fin dalla notte dei tempi. Ricavato dai pigmenti naturali (soprattutto le terre, ma anche minerali come il realgar), lo ritroviamo sulle tombe degli antichi egizi, sui vasi (la terracotta può essere considerata sia un rosso sia un arancione), sulle vesti (femminili) degli antichi romani.
Nel mondo delle arti visive, l’apice dell’uso dell’arancione fu sicuramente nell’800, tra Preraffaelliti, Impressionisti ed Espressionisti. Nell’interior design, invece, bisognerà attendere l’impatto della scuola Bauhaus, che andò poi a influenzare il modernismo di metà ‘900.
Tra gli anni ’60 e ’70, l’arancione fu uno dei colori-simbolo di quel periodo pieno di fermento, di cambiamenti, di ottimismo e di rivoluzioni. In seguito le sue fortune furono alterne: dopo aver fatto la sua apparizione negli anni ’80 sull’onda del gruppo Memphis, ritornò nel decennio successivo in versione più minimal e con sfumature più scure o “rugginose”, per poi essere quasi del tutto abbandonato con gli inizi del nuovo millennio. Fino al grande ritorno degli ultimi anni.
Tutte le sfumature dell’arancione
Oltre al colore puro, l’intenso e vivace arancione, esistono molte sfumature:
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- albicocca: è un giallo-arancio chiaro che ricorda la buccia e la polpa degli omonimi frutti;
- ambra: la resina fossile dà il nome alla sfumatura giallo-arancione;
- aragosta: catalogato a volte come rosso e altre come arancione, prende il nome dall’omonimo crostaceo, del quale richiama il carapace;
- arancione bruciato: è in assoluto tra le tinte più in voga degli ultimi due anni;
- arancione fiamma e arancione internazionale: sono entrambi arancioni molto vivi, usati nella segnaletica per far risaltare gli oggetti. L’arancione fiamma è lievemente più chiaro dell’arancione internazionale, che invece tende più al rosso;
- bronzo: un colore metallizzato tra il marrone scuro e l’arancione.
- carota: una gradazione di arancione lievemente opaca. Si chiama così perché rimanda all’omonimo vegetale;
- corallo: inserito anche tra i rossi e tra i rosa, è un arancione chiaro. Il Living Coral di Pantone è stato colore dell’anno del 2019;
- gommagutta: una resina arancione-dorata estratta da alcuni frutti tropicali;
- mandarino: il frutto dà il nome a un giallo aranciato;
- melograno: piuttosto scuro, ricorda l’omonimo frutto;
- pesca: è una tonalità pastello arancione-rosata. La sfumatura Peach Fuzz è stata eletta da Pantone colore dell’anno 2024;
- papaya: rimanda al frutto tropicale che porta lo stesso nome;
- rosa arancio: si ottiene combinando, appunto, rosa e arancione;
- ruggine: dal tipico colore del ferro ossidato. Un rosso-arancione-marrone;
- salmone: spesso identificato come rosa, è un arancione rosato che ricorda la carne dell’omonimo pesce;
- sinopia: un rosso tendente all’arancione derivante dall’omonimo pigmento terroso;
- terracotta: fa parte anche della gamma dei rossi e dei marroni. È una tinta terrosa che rimanda al materiale ceramico usato da millenni;
- vermiglione: tra l’arancione e il porpora;
- zucca: è un arancione intenso, come quello della buccia (o della polpa) di alcune zucche.
Che colore abbinare all’arancione nell’arredamento?
Come già accennato in apertura, gli arredi che puntano sulle sfumature dell’arancione sono di gran moda. Su tutti l’arancione bruciato, ma anche varianti più intense come il color zucca, più tenui come il corallo e il pesca, più terrose come il terracotta, più scure come il ruggine. Il tutto declinato su divani, poltrone, lampadari, tavoli, consolle, scaffali, tavolini da caffè, tessuti, separè, ecc. Le palette alle quali ispirarsi possono essere quelle calde tipiche degli anni ’60 e ’70 o quelle più “digitali” dell’era-Instagram.
Con arredi sull’arancione, le pareti che si abbinano meglio sono:
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- quelle di colori neutri: il bianco, ovviamente, all’insegna della luminosità. Ma anche il grigio (un abbinamento molto elegante) e i marroni-beige, per un effetto tono su tono;
- i blu in generale, puntando sui complementari. In particolare il blu cobalto, l’ottanio e il blu fiordaliso;
- i verdi come il freschissimo verde acqua, il profondo verde petrolio e (per gli arancioni più scuri) il verde salvia;
- nero: non per tutti i gusti, ma sicuramente capace di suggerire lusso ed eleganza, giocando sull’alto contrasto.
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Come abbinare l’arancione sulle pareti?
Declinato nelle sue tante sfumature, l’arancione può essere impiegato in tutte le stanze della casa, dal bagno alla cucina, dal salotto alle camere da letto.
Tranne nel caso di tinte tenui come il pesca, è sconsigliabile usare l’arancione per tutte le pareti. Meglio adoperarlo su una singola parete o un’area della stanza, così da dare risalto a quella zona. Il resto dei muri si può lasciare bianco oppure grigio, o ancora in tinte neutre (i più coraggiosi potranno azzardare “matrimoni” con i blu o con i verdi).
Per quanto riguarda gli arredi da abbinare, i colori saranno più o meno gli stessi indicati nel punto precedente, quindi neutri, verdi, blu e nero. A questi si aggiungono il legno naturale, e le tinte pastello, come quelle della linea Vintage Prestige di Rio Verde: vernici materiche che si possono applicare, anche senza carteggiare, su moltissimi materiali differenti.
Tra le tinte metalliche, meglio puntare su quelle calde, come l’Oro Bruno, l’Oro Giallo, l’Oro Rosa e l’Oro Nero della linea di vernici a effetto metallizzato Golden Prestige.